Guardia Piemontese: alla scoperta dei Valdesi di Calabria

studenti davanti ingresso centro culturale Pascale

Visita entusiasmante per gli studenti del “Pitagora Mundus-Summer School” del Borgo della Sapienza di Belvedere Marittimo. Abbiamo ascoltato le voci di chi li ha accolti

A guardarla da lontano Guardia Piemontese sembra una gentile signora sdraiata mentre sonnecchia. Ma appena si arriva in questo borgo antico, le sensazioni cambiano in un vortice che porta a scoprire la bellezza in ogni angolo. Merito di un connubio eccezionale, dove la storia dell’unica isola di lingua occitana in Calabria, la resilienza di tramandare i sacrifici e la cultura, la volontà di continuare a narrare e a tessere non solo storie, ma anche manufatti, creano il mélange perfetto per ogni visitatore.

Una tappa importante sulla costa tirrenica cosentina che non poteva mancare, quindi, nel programma ideato per gli studenti della nona edizione “Pitagora Mundus-Summer School”. Un viaggio che ha entusiasmato gli ospiti del Sud America che stanno seguendo il corso di lingua e cultura italiane nel Borgo della Sapienza di Belvedere M.mo, affascinati dall’accoglienza dei membri del Centro culturale “Gian Luigi Pascale”. Così come si sono lasciati ammaliare dalla bellezza degli abiti guardioli originali, in tessuto “damadoro”, custoditi nel Museo valdese.

“Questa storia mi ha conquistato. Ho sentito la sofferenza che hanno vissuto i valdesi, i diritti negati, la loro forza per non far cancellare le loro vite, la loro identità. E poi ho toccato con mano i tessuti, i manufatti artigianali splendidi. Sono rimasta davvero entusiasta”, racconta una studentessa argentina.

Ma scopriamo, quindi, insieme a Gabriella Sconosciuto e a Fiorenzo Tundis le bellezze che racchiude questo borgo antico, in provincia di Cosenza.

Il Museo valdese: l’opera instancabile del centro “Pascale”

centro culturale Gian Luigi Pascale
Centro culturale “Gian Luigi Pascale”, Guardia Piemontese (CS)

“Il Museo è impegnato nella divulgazione della storia dei Valdesi di Calabria. L’intento è sviluppare una riflessione contemporanea sull’importanza della libertà di fede, sul concetto fondamentale di laicità dello stato e sull’accettazione delle differenze. La storia (anche quella recente) ci insegna che tanti diritti e libertà di cui oggi godiamo sono stati “oggetto di conquista” e ciò non dovrebbe essere mai dimenticato. Guardia Piemontese è l’ultima testimone di quella che fu la presenza dei valdesi occitani in terra calabra”, spiega Gabriella Sconosciuto, coordinatrice del centro culturale “Gian Luigi Pascale”.

Qui, si sente parlare occitano. Infatti, “nonostante i secoli, la lingua degli ‘ultramontani’ arrivati dal Piemonte è ancora parlata tra le vie di questo borgo memore d’una storia violenta, che rimanda ai tempi delle persecuzioni religiose e dell’inquisizione ecclesiastica”. Sebbene fosse stata vietata dagli inquisitori, la popolazione (sottomessa, ma mai totalmente sconfitta) continuò a tramandarsela di generazione in generazione. “Dopotutto la lingua è un fatto sociale e il suo abbandono da parte dei parlanti avrebbe comportato l’estinzione di tutta la loro cultura”.

Nelle sale, grande attenzione è posta all’elemento linguistico. Infatti, i nomi degli oggetti presenti in Museo sono stati riportati in doppia lingua per far risaltare le similitudini e le differenze linguistiche tra l’italiano e l’occitano.

Le sale del Museo dei Valdesi a Guardia Piemontese

valdesi di calabria
Fiorenzo Tundis e Gabriella Sconosciuto con le “Tramontane”

È diviso in ambienti distinti dove troviamo le peculiarità che differenziano Guardia dagli altri paesi del Sud d’Italia per:

  • l’origine (unico paese fondato dai valdesi);
  • l’abito (unico nel suo genere);
  • la lingua (unica minoranza occitana del Sud Italia).

Nella prima sala c’è una serie di manufatti antichi di uso quotidiano. Oggetti preziosi che raccontano uno stile di vita semplice e sobrio che conducevano le famiglie valdesi dell’epoca.

“A testimoniare la crudeltà dell’inquisizione invece c’è una porta in legno con spioncino, imposta alle porte di casa degli ex eretici per il controllo domestico. Ai sopravvissuti, ovvero ai valdesi che avevano abiurato per aver salva la vita, vennero imposti numerosi divieti, oltre alla confisca quasi totale dei loro beni. A Guardia Piemontese – continua Gabriella Sconosciuto – nel 1561, subito dopo la strage dei valdesi, vennero trasferiti numerosi valdesi da altri paesi della Calabria. Nonostante tutto, rimasero in vita la lingua occitana e l’arte tessile. Quest’ultima continuò a evolversi fino a trovare nel costume tradizionale indossato dalle donne Guardiole la sua massima espressione”.

La seconda sala è quella dedicata all’abito guardiolo tradizionale. Nella terza sala il focus è sull’idioma Guardiolo e sull’occitano “come vero e proprio oggetto di studio che recentemente sta nuovamente attirando l’interesse dei ricercatori”, chiosa Sconosciuto.

L’accoglienza dei valdesi agli studenti del Pitagora Mundus-Summer School

studenti nel museo valdese
Studenti “Pitagora-Mundus “Summer School” al Museo valdese

“È stato un onore per noi accoglierli nel borgo di Guardia Piemontese. Gli abbiamo fatto visitare il nostro meraviglioso centro storico. Abbiamo fatto un’immersione nel centro culturale Gian Luigi Pascale, visitando il Museo valdese con tutte le sue peculiarità”, racconta entusiasta Gabriella Sconosciuto. “Ci siamo soffermati sulla nostra storia, le nostre tradizioni, che hanno riscosso grande interesse negli studenti stranieri”.

Tanta ammirazione poi per l’abito tradizionale guardiolo, unico nel suo genere. “Un abito identitario su cui gli studenti stranieri ci hanno posto diverse domande. Dopo siamo andati nel laboratorio di arte tessile, ricco di tanti preziosi manufatti, realizzati con amore e dedizione da alcune signore che vogliono tramandare il sapere che hanno acquisito negli anni per non far perdere le tradizioni di questa antica tecnica di tessitura.

In questo laboratorio, infatti, mani sapienti realizzano dei manufatti unici con fibre naturali come la canapa, la seta, il cotone e la ginestra. Creazioni particolari che meritano di essere visti e ammirati in tutta la loro bellezza e ricercatezza”, conclude Gabriella Sconosciuto, con gli occhi che le brillano per la felicità.

I sentieri valdesi: sul percorso della storia

studenti nel laboratorio tessile di guardia piemontese
Nel laboratorio d’arte tessile con Paola Lentini e Concetta Avolio

“Da alcuni anni, il Centro culturale Gian Luigi Pascale propone i sentieri valdesi, percorsi che a loro tempo collegavano i vari paesi valdesi al porto naturale di Cetraro”, spiega Fiorenzo Tundis, responsabile del Museo valdese. Una brillante intuizione che si è trasformata nel progetto “Alla Riscoperta dei sentieri valdesi in Calabria”, poi finanziato dalla Chiesa Valdese attraverso i fondi Otto per Mille.

L’obiettivo è ricostruire i sentieri di collegamento tra i principali luoghi storici in cui si insediarono i valdesi quando arrivarono in Calabria. Oltre ad ammirare luoghi incontaminati per escursioni di una bellezza mozzafiato.

I centri principali collegati da queste vie erano Cetraro a nord, Fuscaldo a sud (paese dal quale dipendeva Guardia Piemontese e città dei Marchesi Spinelli); Montalto a est (città centro di interessi importanti, sia per gli scambi commerciali, sia per le comunità valdesi che vivevano in quelle zone).

“Oltre a permettere le comunicazioni e gli scambi commerciali con le altre comunità, questi sentieri servivano anche come vie di accesso alle aree montane interne, adibite al pascolo e alle colture. Sappiamo ad esempio che lungo questi percorsi, ai bordi delle strade, veniva coltivato il gelso, le cui foglie erano usate per nutrire i bachi. Dai bozzoli dei bachi si ricavava la seta, molto richiesta nei mercati di Cosenza e Montalto”, racconta Tundis.

Un museo all’aperto, passi in cui si incontrano storia e bellezze naturalistiche, risorse usate dai valdesi per l’economi locale e il sostentamento giornaliero. “Percorrono circa 60 chilometri: s’incontra la natura incontaminata, la parte storica e quella archeologica. Durante le escursioni, si parla del centro storico di Guardia Piemontese, spiegando i motivi che portarono i valdesi in Calabria, quello che facevano, l’interazione con le popolazioni locali e tutto ciò che portò Guardia a essere quella che fu a suo tempo e che rappresenta oggi per la storia d’Europa”.

I sentieri valdesi stanno riscuotendo grande successo. Lo testimoniano i gruppi di escursionisti che ogni anno prenotano le visite e che ritornano per lasciarsi incantare da parole e da emozioni, camminando in mezzo alla natura. “C’è grande attenzione anche da parte degli stranieri. Ogni settimana arrivano dei gruppi. Molti dal resto d’Italia e d’Oltralpe. Speriamo di portare i prossimi studenti del “Pitagora Mundus-Summer School” a fare queste escursioni. Intanto siamo davvero felici di averli ospitati nel borgo di Guardia Piemontese”, chiude Fiorenzo Tundis con un sorriso che spalanca il cuore.